Riflessione di don Aurelio per tutta la comunità

Tutti corrono nel brano del vangelo di Giovanni. Corre Maria di Magdala, corre Pietro, corre Giovanni, addirittura sembra una gara di velocità tra Pietro e Giovanni, per vedere chi arriva prima. Ma come mai tutta questa gente che corre? E’ il mattino del giorno dopo il sabato e Maria di Magdala va al sepolcro mentre ancora era buio. Maria di Magdala vuole molto, molto bene al Signore Gesù ed è per questo che mentre è ancora buio è già per strada, verso il sepolcro.
È impaziente, non sa darsi pace. Gesù è stato deposto nel sepolcro venerdì, quando il sole tramontava. Poi per tutto il sabato, come prescrive la legge di Israele, nessuno si è potuto recare al sepolcro e ora Maria di Magdala non vede l’ora di raggiungere la tomba del suo Signore. Maria ha pianto tutto il sabato pensando al suo amato maestro, alla sua morte dolorosa… senza di lui si sente smarrita, ha bisogno di stare almeno vicino al posto dov’è stato sepolto.
Corrono, Simon Pietro e Giovanni, corrono più forte che possono! Giovanni è più giovane e quindi corre più veloce, così arriva per primo. Ma in segno di rispetto verso Pietro, si ferma e aspetta sulla soglia, non entra: solo guarda dentro e vede per terra le bende che avvolgevano Gesù.
Trovate lì le bende e il sudario è come se… sì, è come se…ma no, non può essere! Eppure… Insomma, sono i vivi che non hanno bisogno delle bende e del sudario. Trovarli nel sepolcro sembra proprio che il Maestro è andato via da solo, sulle sue gambe, che il Maestro è vivo. Pietro e Giovanni cominciano a capire: ecco cosa voleva dire il Signore quando parlava della Risurrezione! E allora i due apostoli cominciano a credere: e vide e credette, dice il vangelo. Ci saranno poi alla sera di quel primo giorno dopo il sabato, alle apparizioni del Signore Gesù a confermare che è davvero risorto e vivo. Ma ora, nella luce chiara del mattino, la fede dei due apostoli ha poco a cui aggrapparsi. Eppure germoglia, comincia a far loro comprendere un mistero tanto grande: Gesù, il Maestro e Signore, è vivo. Ha sconfitto la morte. Ha sciolto le bende che lo legavano e ha lasciato quel luogo di morte, perché ormai Gesù è vivo per sempre: la morte non ha più nessun potere su di lui!
Non so se lo pensate anche voi, ma forse ci si aspetterebbe che la Risurrezione fosse un evento grandioso, con lampi, tuoni, luci abbaglianti, rumori assordanti… qualcosa che attiri l’attenzione, qualcosa che tutti possono vedere e sentire anche da lontano!
E invece possiamo dire che la Risurrezione avviene sottovoce, senza far rumore: nessuno se ne accorge, intorno.
Ci vuole il cuore pieno d’amore di Maria di Magdala per correre al mattino presto al sepolcro, quando è ancora buio: ci vuole il cuore pieno di amore degli Apostoli per correre al sepolcro vuoto e scoprire le bende e il sudario. Ci vuole il cuore pieno delle parole di Gesù per riconoscere quei segni poveri il mistero della Risurrezione. Per comprendere, nella fede, che quando Gesù parlava della Risurrezione si riferiva esattamente a questo. Vogliamo restare adesso qualche momento in silenzio, a ripensare al sepolcro vuoto, alle bende e al sudario abbandonati lì, segno che Gesù è vivo: lasciamo che in noi diventi forte questa certezza stupenda Gesù è vivo. È vivo. Ha sconfitto la morte ed è vivo. 

Un caro augurio di una Santa Pasqua a tutti coloro che abitano
nella nostra Comunità Pastorale da parte della diaconia! 

don Alberto, don Riccardo, don Giancarlo, don Mario, don Aurelio e Carlo

 

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